

A causa delle festività potrebbero esserci ritardi nelle consegne da parte dei corrieri
Se fosse una domanda, il Primitivo avrebbe almeno due risposte: una adriatica, l’altra jonica. Due inclinazioni. Traducendole in piaceri più o meno accomunabili: il sapore della lettura o della musica in notturna, quando tutto il resto del mondo sembra sotto l’effetto di uno strano incantesimo e la stesura segreta di una lettera d’amore dedicata a qualcuno che non sospetta minimamente di essere movente e ispirazione.
Così il Salento continua ad esprimere la sua doppia personalità, ed è questo a renderlo speciale e seducente. Basti pensare ai due mari, alla stregua delle aree per la coltivazione del Primitivo che è tutto sommato significa dire un luogo di mezzo e allo stesso tempo è anche dire il retrogusto di un cielo terso, ma pieno della densità di un tempo sospeso ad incredibili altezze e profondità.
Come quelle clessidre piene di sabbia fine che stanno tra le dita dei giocatori esperti, i più eleganti fuoriclasse capaci di dilatare gli istanti all’infinito, proprio come un residuo incalcolabile di tempo già trascorso. O, più semplicemente, come un ritratto, una cartolina merlettata rimasta a testimonianza di un luogo. Il Primitivo: un vino identitario, quasi un ritratto in bianco e nero.
Se fosse una domanda, il Primitivo avrebbe almeno due risposte: una adriatica, l’altra jonica. Due inclinazioni. Traducendole in piaceri più o meno accomunabili: il sapore della lettura o della musica in notturna, quando tutto il resto del mondo sembra sotto l’effetto di uno strano incantesimo e la stesura segreta di una lettera d’amore dedicata a qualcuno che non sospetta minimamente di essere movente e ispirazione.
Così il Salento continua ad esprimere la sua doppia personalità, ed è questo a renderlo speciale e seducente. Basti pensare ai due mari, alla stregua delle aree per la coltivazione del Primitivo che è tutto sommato significa dire un luogo di mezzo e allo stesso tempo è anche dire il retrogusto di un cielo terso, ma pieno della densità di un tempo sospeso ad incredibili altezze e profondità.
Come quelle clessidre piene di sabbia fine che stanno tra le dita dei giocatori esperti, i più eleganti fuoriclasse capaci di dilatare gli istanti all’infinito, proprio come un residuo incalcolabile di tempo già trascorso. O, più semplicemente, come un ritratto, una cartolina merlettata rimasta a testimonianza di un luogo. Il Primitivo: un vino identitario, quasi un ritratto in bianco e nero.